Vision






Puzzle è il primo social network didattico il cui focus non è sui bambini ma sui loro genitori e sul rapporto di questi con gli insegnanti.
Nasce dalla necessità di un genitore di poter essere sempre informato sull’avanzamento didattico del proprio bambino, quindi poter entrare in contatto diretto con gli insegnanti, e dall’idea di una cooperazione con gli altri genitori, abbattendo così muri, ostilità e competizioni che possono influire negativamente sui rispettivi figli.


Il target principale è dunque rappresentato dai genitori di bambini tra i 6 e i 10 anni (frequentanti le scuole elementari), a cui viene data la possibilità di poter interagire tra loro, rimanere informati su ciò che accade ai loro figli durante le lezioni, chiedere consigli o suggerimenti e organizzare attività extra-curriculari (gite, recite scolastiche, gruppi di studio, …). Il fine è far in modo che un supporto tra genitori possa portare a una maggiore collaborazione tra i bambini e renderli, in tal modo, più indipendenti nello studio e nella vita.
Il target secondario è invece rappresentato dagli insegnanti, ai quali è richiesto un minimo supporto ai genitori, dunque poter essere contattati direttamente in chat da quest’ultimi e fornire materiale didattico e collegamenti a materiale extra che possa essere di supporto allo studio dei bambini.

Cosa offre il mercato attualmente?

Altri social networks vengono tutt’oggi utilizzati a questi scopi.
Primo fra tutti WhatsApp, utilizzato da molti genitori per tenersi aggiornati sull’avanzamento scolastico dei propri figli, ma che spesso è terreno di pesanti liti e critiche anche nei confronti del corpo docenti. Il problema di fondo, in questo caso, è rappresentato dall’assenza di controllo sui gruppi che porta alla degenerazione di quest’ultimi. Puzzle propone, invece, uno stretto controllo sui contenuti in modo che questi riguardino esclusivamente il mondo scolastico (e non solo) dei bambini.
Un altro competitor è un social network italiano, Socloo, che si propone come strumento utile a fini didattici, dove gli insegnanti possono caricare contenuti fruibili dai loro alunni. Tuttavia, questo non aggiunge nulla di più rispetto al Registro Elettronico, ad oggi obbligatorio per tutte le scuole italiane, restando debole sul piano social. Puzzle, pur dando la possibilità di caricare avvisi e contenuti a scopi didattici, mette invece al primo posto la socialità tra utenti, spostando il focus dall’interazione studente-insegnante al duplice rapporto genitore-insegnante e genitore-genitore.
Allontanandoci dal mondo digitale, un nodo fondamentale è rappresentato da tutte le attività extra-scolastiche che generalmente vengono organizzate con il minimo coinvolgimento da parte di tutti i genitori. Puzzle dà loro la possibilità di intervenire direttamente e di proporre nuove attività. Tra queste, i genitori possono ad esempio organizzare gruppi di studio su determinate materie, oppure organizzare attività ricreative di vario genere.


Target




Target principale



GENITORI
di bambini frequentanti la Scuola Primaria

Target secondario



INSEGNANTI
della Scuola Primaria



Da sempre la scuola primaria ha avuto un ruolo decisivo nella formazione, culturale e non, dei bambini.
Tuttavia, negli ultimi anni si sta assistendo ad un cambio di paradigma, che vede i genitori sempre più presenti, e talvolta invadenti, nella formazione scolastica dei propri figli.
I genitori odierni, infatti, stanno assumendo un ruolo sempre più predominante in questo contesto, arrivando anche a svolgere (nella maggior parte dei casi) i compiti al posto dei loro figli, spinti da una costante competizione verso gli altri genitori al fine di far prevalere ognuno il proprio bambino (“il mio cavallo corre più veloce del tuo”). Come se il valore di questi bambini possa essere rappresentato da un mero numero.
In questo quadro socio-demografico, dunque, il tutto assume connotazioni prettamente deleterie: i bambini apprendono il minimo indispensabile, non assumono un metodo di studio adeguato, risultano poco indipendenti e, facendo riferimento alla figura genitoriale, accrescono (in negativo) il loro spirito di competizione, non riuscendo ad acquisire capacità collaborative con i compagni, fondamentali nello studio e nella vita. L’approdo degli “over” alla tecnologia, e in particolar modo a WhatsApp, comporta una degenerazione del fenomeno.

Fonti:
Fenomenologia (poco seria) dei genitori su WhatsApp
Don't help your kids with their homework
I compiti li fanno mamma e papà


Personas e Scenarios




Francesca


  • Lavora in uno studio associato di architetti

  • Ha una bambina di 7 anni ma poco tempo libero da dedicarle in settimana

  • E’ appassionata d’arte: visita gallerie, mostre, musei, (...) insieme alla sua famiglia nel fine settimana

  • Ha un ottimo rapporto con tutte le tecnologie


Sara


  • “Mamma” di professione

  • Dedica tutto il suo tempo ai suoi tre bambini

  • Si ritaglia del tempo per sé solo per fare jogging o andare in bicicletta

  • Utilizza il computer per cercare nuove ricette da provare o per aiutare i figli con le ricerche




Antonia


  • Insegna ai bambini di scuola elementare da 23 anni

  • Ha due figli ormai grandi: uno è un avvocato, l’altro studia ancora all’università

  • Ama leggere

  • Si destreggia bene con le nuove tecnologie, (pc e smartphone)



Aurora


  • Ha 31 anni e insegna matematica e scienze alla scuola primaria

  • Nel tempo libero adora viaggiare con gli amici

  • Ama stare a contatto con i bambini

  • Ha un ottimo rapporto con le tecnologie (soprattutto tablet, pc)